L’economia italiana presenta un ottimo posizionamento nella transizione verso una economia circolare, grazie a una cultura imprenditoriale attenta a prolungare il ciclo di vita dei prodotti, riducendo al minimo la produzione dei rifiuti.
Le pratiche “circolari” dimostrano di influenzare positivamente la performance finanziaria delle imprese, riducendo la loro probabilità di default e il ricorso all’indebitamento: ammontano a oltre 16 miliardi di euro i risparmi rispetto ai costi di produzione delle aziende manifatturiere.
Le imprese circolari mostrano, inoltre, un più elevato potenziale innovativo, dovendo far leva su nuove tecnologie, nuovi processi produttivi e nuovi modelli di business: l’Italia risulta al secondo posto in Europa per numero di brevetti circolari, di cui oltre la metà depositati da PMI.
Occorre, tuttavia, migliorare l’accesso agli investimenti in macchinari e tecnologie nonché per i beni intangibili e accelerare la creazione di un ecosistema a disposizione delle PMI nel quale giochino un ruolo di primaria importanza la finanza sostenibile e le “reti produttive circolari”.
Sono alcune delle principali evidenze emerse nel brief della Direzione Strategie Settoriali e Impatto di CDP, che esamina lo stato attuale e le prospettive dell’economia circolare in Italia, evidenziando i principali vantaggi in termini economico-finanziari per le imprese e le leve per mantenere l’attuale eccellente posizionamento.
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