FOCUS

21/11/2022

La sostenibilità in azienda

Secondo quanto emerso dallo studio realizzato da Euler Hermes (gruppo Allianz) in collaborazione con Format Research, al termine di un’indagine condotta su un campione di 400 imprese italiane extra-agricole e non finanziarie con fatturato di almeno 2,5 milioni di euro, il 50 percento delle aziende intervistate ritiene che la transizione verso un’economia sostenibile avrà un impatto favorevole sulla propria attività - in termini di efficienza operativa e di performance economico-finanziarie - ed è pronta ad aderire ai principi Esg con appropriati modelli di business. In particolare, sono le aziende di dimensioni maggiori (71,9 percento del totale) ad aver compreso l’importanza di modificare il loro rapporto con l’ambiente e con l’essere umano. Tra queste, spiccano le imprese manifatturiere che operano nel Nord Italia e le grandi imprese della ricezione turistica e alberghiera molte delle quali presenti anche nel Mezzogiorno.

Le aziende camminano lungo la frontiera del cambiamento anche per avere un vantaggio competitivo sugli altri: il 37,8 percento del campione ha già avviato investimenti in tema di sostenibilità ambientale. Infine, l’82 percento è convinto che lo sforzo green comporti modifiche significative ai modelli di business, con il passaggio a processi produttivi a bassi consumi e l’apertura verso un'economia circolare.

Per leggere lo studio di Euler Hermes, clicca qui

 

Nel 2020, nonostante la pandemia da Covid-19, le B Corp, cioè le aziende for profit che operano secondo elevati standard di performance sociale e ambientale e che fanno della creazione di valore condiviso verso tutti gli stakeholder una parte integrante del proprio modello di business, hanno dimostrato capacità di reazione alla crisi: a livello globale, infatti, la maggior parte delle aziende certificate dall’ente non profit B Lab (66 percento) ha registrato un aumento del fatturato e ha assunto nuove persone.

Sono 4.500 le B Corp presenti nel mondo, 1.400 in Europa e oltre 120 in Italia (per un totale di 13 mila dipendenti e un fatturato di oltre 7.5 miliardi di euro).

Per leggere il primo report delle B Corp, clicca qui

 

Secondo l’analisi di Cerved Rating Agency, infine, le Pmi sostenibili hanno un rischio di default cinque volte inferiore: è quanto emerso dalla ricerca ESG Connect condotta da su un campione di oltre 18 mila società italiane, alle quali l’agenzia ha direttamente assegnato un rating - e un significativo campione di aziende straniere, di ogni settore e dimensione, per più di 3 milioni di datapoint analizzati.

Il risultato è un trend che si conferma anche nel 2022 per tutte le aziende, incluse le corporate internazionali, benché le piccole imprese italiane siano caratterizzate da un maggiore rischio di credito medio: le società con valutazione ESG bassa hanno in media una probabilità di default dalle 2 alle 5 volte superiore a quella delle più virtuose.

Per esempio, nelle piccole imprese si va dal 7,25 percento di probabilità di fallire di chi non è sostenibile all’1,55 percento di chi lo è, mentre per le aziende medie e grandi che hanno un rating ESG la forbice va rispettivamente dal 3 percento allo 0,9 percento.

Lo studio analizza anche le ricadute della tassonomia europea sul tessuto economico italiano e la difficoltà a valutare le performance ESG delle intere filiere, sempre più globalizzate.

 

 

Data ultimo aggiornamento 21 novembre 2022 

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