Che cos’è la finanza sostenibile
Il processo di transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio (“low carbon”) necessita di investimenti superiori in ammontare ai fondi del bilancio UE e in generale ai fondi pubblici disponibili. Per questo il sistema finanziario è chiamato a svolgere un ruolo centrale.
Si parla di finanza sostenibile o responsabile quando il concetto di sviluppo sostenibile si applica all’attività finanziaria. La finanza sostenibile è orientata alla creazione di valore nel medio-lungo periodo e si riferisce agli aspetti etici, di sostenibilità, di impatto sociale e ambientale oltre che economici.
Framework normativo per la finanza sostenibile
La CE ha posto le basi per una finanza sostenibile allo scopo di orientare il mercato dei capitali verso il finanziamento di attività economiche che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi climatici e di sviluppo sostenibile in base all’Accordo di Parigi e all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU a partire dalla costituzione di un gruppo di esperti (High-Level Expert Group on Sustainable Finance - HLEG) con il compito di elaborare raccomandazioni funzionali allo sviluppo della finanza sostenibile.
Il HLEG ha elaborato il Final Report 2018 intitolato “Financing a sustainable European economy” nel quale sono contenute otto raccomandazioni:
- stabilire una tassonomia comune per la finanza sostenibile nell’UE
- chiarire i doveri degli investitori per estendere gli orizzonti temporali degli investimenti e portare una maggiore attenzione ai fattori ESG nelle decisioni di investimento
- rendere trasparenti le informazioni non finanziarie a cominciare da rischi e opportunità legati alla sostenibilità
- permettere agli investitori retail di investire in opportunità di finanza sostenibile
- sviluppare standard ufficiali europei di sostenibilità per alcuni prodotti SRI a partire dalle obbligazioni verdi
- istituire “Sustainable Infrastructure Europe – SIE” per stimolare gli investimenti in infrastrutture necessarie per un’economia più sostenibile
- integrare saldamente la sostenibilità nella governance delle istituzioni finanziarie
- includere i criteri ESG nei mandati delle autorità di vigilanza europee (European Supervisory Authorities, ESAs) che vigilano sul corretto funzionamento dei mercati finanziari.
Per leggere il Final Report 2018 di HLEG, clicca qui
Sulla base di tali raccomandazioni, la CE ha pubblicato il Piano d’Azione per finanziare la crescita sostenibile (marzo 2018), che delinea gli interventi regolamentari tesi a promuovere gli investimenti in attività sostenibili e presenta una tabella di marcia per rafforzare il ruolo della finanza nella realizzazione di un’economia efficiente che consegue anche obiettivi ambientali e sociali.
A luglio del 2021 la Commissione ha adottato una nuova strategia per la finanza sostenibile (Renewed Sustainable Finance Strategy) che prevede sei linee di intervento per un ecosistema finanziario europeo più sostenibile per aumentare la trasparenza del mercato sui temi di sostenibilità riguardanti imprese, operatori e prodotti finanziari.
La nuova strategia si focalizza su tre aree:
- incoraggiare gli investimenti sostenibili introducendo un nuovo quadro di strutture e strumenti più efficienti
- fornire ai soggetti finanziari, alle imprese e ai cittadini più opportunità per adottare soluzioni sostenibili, contribuendo così al più ampio processo di transizione
- migliorare la comprensione e la gestione dei rischi climatici e ambientali.
Punto di partenza è la Tassonomia dell'UE per le attività sostenibili (introdotta dal Regolamento UE 2020/852), che stabilisce un sistema di classificazione o “quadro” destinato a fornire alle imprese e agli investitori un linguaggio comune in tutta l’Unione per identificare fino a che punto le attività economiche possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale in base all’allineamento agli obiettivi in materia di clima ed energia per il 2030 e del Green Deal europeo.
Con la pubblicazione del Final Report on Social Taxonomy (febbraio 2022) a cura del gruppo di esperti della “Platform on Sustainable Finance” della CE, all’interno della Tassonomia delle attività economiche sostenibili è stata integrata anche la dimensione sociale attraverso la promozione di un lavoro dignitoso, di standard di vita e benessere adeguati, di comunità e società inclusive. Sulla base della Tassonomia sociale, le aziende sono chiamate a una maggiore capacità di “accountability” e di “disclosure” su questi obiettivi sociali - simmetrici rispetto agli obiettivi ambientali - dei quali dovranno misurare e rendicontare gli impatti quali-quantitativi. Il report non è vincolante per la Commissione, che potrà decidere se e come procedere.
Complementare alla tassonomia sociale è la proposta di direttiva sulla due diligence di sostenibilità aziendale (CSDD) – adottata dalla CE a febbraio 2022 – che prepara le aziende a gestire i rischi legati al fattore sociale e ad attrarre investimenti sostenibili. Secondo il testo, le imprese devono individuare, gestire ed eventualmente porre fine agli effetti negativi delle loro attività sui diritti umani (per esempio il lavoro minorile e lo sfruttamento dei lavoratori) e sull’ambiente (come l'inquinamento e la perdita di biodiversità). Il provvedimento prevede che le aziende integrino la due diligence nelle politiche aziendali e introduce una procedura ad hoc per gli stakeholder per attivare reclami e risarcimenti, anche rispetto alla supply chain.
Infine, con il Final Report on Taxonomy extension options supporting a sustainable transition (marzo 2022) gli esperti della Piattaforma sulla finanza sostenibile raccomandano di espandere le categorie di impatto ambientale della Tassonomia UE. In particolare, la Tassonomia dovrebbe integrare specifiche categorie per le attività economiche con impatti ambientali significativamente dannosi (contrassegnate dal colore rosso), accanto a quelle con performance intermedie (di colore ambra”) e con basso impatto (di colore verde).
Con la direttiva sul reporting di sostenibilità (c.d. Corporate Sustainability Reporting Directive - CSRD), inoltre, la CE ha aggiornato e integrato la direttiva sul reporting non-finanziario attualmente in vigore (Non-financial Reporting Directive – NFRD, Direttiva UE 2014/95), recepita in Italia con decreto legislativo n. 254/2016.
La nuova direttiva - approvata in via definitiva il 10 novembre 2022 - introduce obblighi di trasparenza più dettagliati sull’impatto delle imprese sull'ambiente, sui diritti umani e sugli standard sociali, sulla base di criteri comuni in linea con gli obiettivi climatici dell'UE. Si rivolge a grandi imprese, quotate in borsa e non, comprese le imprese estere che fatturano più di 150 milioni di euro nell’UE e stabilisce la divulgazione dei dati sulla sostenibilità secondo standard comuni di reporting sviluppati dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG), associazione privata nata nel 2001 per lo sviluppo degli standard IFRS ai fini di una maggiore efficienza dei mercati dei capitali.
Le nuove norme si affiancano a quelle previste dalla Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) (Regolamento 2019/2088 entrato in vigore il 10 marzo 2021), che ha introdotto requisiti di “disclosure” su rischi e impatti di sostenibilità delle politiche d’investimento e dei prodotti per i partecipanti ai mercati e per i consulenti finanziari con l’obiettivo di incrementare la trasparenza del mercato SRI e contrastare il greenwashing, entrambi elementi essenziali per orientare un maggior flusso di capitali verso progetti e imprese sostenibili.
Per approfondire la SFDR in Italia, si rimanda al documento intitolato “Gli investimenti sostenibili in Italia” a cura del Forum per la finanza sostenibile, consultabile qui
In parallelo con la nuova strategia per la finanza sostenibile, la CE ha presentato una proposta di regolamento sulle obbligazioni verdi denominata “European Green Bond Standard” (EUGBS), che rientra nel quadro più ampio del piano d’azione dell’UE sulla finanza sostenibile pubblicato per la prima volta nel 2018 e si basa sulle raccomandazioni del Technical Expert Group on Sustainable Finance (TEG). Il regolamento introduce uno standard rigoroso al quale gli emittenti potranno aderire volontariamente, certificando l’allineamento dei progetti da finanziare alla Tassonomia.
Il gruppo di esperti tecnici (TEG) sulla finanza sostenibile ha sviluppato anche benchmark di sostenibilità per promuovere gli investimenti allineati agli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima e stabilito standard minimi su due tipi di benchmark climatici che mirano a fornire regole chiare che garantiscano la confrontabilità e la trasparenza degli indici: il Climate Transition Benchmark UE (EU CTB) e il Benchmark UE Paris-Aligned Benchmark (EU PAB).
I gruppi di lavoro per la finanza sostenibile
Ai sensi dell’art. 20 del Regolamento europeo sulla Tassonomia è stata istituita la piattaforma sulla finanza sostenibile (“Platform on Sustainable Finance”) come gruppo permanente di esperti con il compito di assistere la Commissione Europea nella valutazione e nello sviluppo di politiche di finanza sostenibile. A marzo 2021 in risposta alla richiesta della CE, il gruppo ha elaborato il “Transition finance report” che contiene le raccomandazioni della piattaforma per la transizione verso un’economia sostenibile. Le raccomandazioni presentate dal gruppo di esperti sono prese in considerazione dalla Commissione nella finalizzazione della bozza di atti delegati inerenti gli obiettivi ambientali di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, che verrà presentata nel corso del 2021.
Per leggere il Transition finance report, clicca qui
La Presidenza italiana del G20 ha rilanciato il Sustainable Finance Study Group, originariamente creato nel 2016 durante la presidenza cinese del G20, promuovendolo a Working Group (Sustainable Finance Working Group - SFWG). Il gruppo ha facilitato la formazione di un consenso globale sull’importanza di promuovere la finanza verde e ha contribuito a catalizzare l’attenzione pubblica verso i temi legati allo sviluppo della finanza sostenibile.
Primo obiettivo del gruppo SFWG è di fare il punto e mettere a sistema le numerose iniziative esistenti in materia di finanza sostenibile e di delineare una roadmap G20 per la finanza sostenibile, con un focus sul clima, individuando le aree prioritarie che potranno essere adattate o estese nei prossimi anni. La roadmap è stata presentata il 13 ottobre 2021 e si concentra su cinque aree chiave: 1. sviluppo del mercato e approcci per allineare gli investimenti agli obiettivi di sostenibilità, 2. informazioni coerenti, comparabili e utili alle decisioni su rischi, opportunità e impatti della sostenibilità, 3. valutazione e gestione dei rischi climatici e di sostenibilità, 4. ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali (IFI), finanza pubblica e incentivi politici, 5. questioni trasversali.
Per leggere il documento G20 Sustainable Finance Roadmap, clicca qui
Al gruppo di lavoro per la Finanza Sostenibile, che affianca il Comitato per la bioeconomia e la fiscalità sostenibile istituito con decreto ministeriale n. 338/2019 presso l’ex Ministero della Transizione Ecologica (attuale Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), si deve l’elaborazione di un sistema di “certificazione della sostenibilità ambientale” che fornisce indicatori e metriche di valutazione per misurare il livello di sostenibilità ambientale di un progetto imprenditoriale con l’obiettivo di favorire la mobilitazione di capitali verso iniziative “verdi”, a sostegno del processo di decarbonizzazione e della transizione energetica ed ecologica. Il sistema di valutazione è volontario ed è in fase di sperimentazione.
Tenuto conto degli obiettivi del Green Deal europeo e delle iniziative in corso in ambito G20 e del PNRR, alla fine del 2022 il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha promosso la costituzione di un “Tavolo di coordinamento sulla finanza sostenibile”, che coinvolge il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la Banca d’Italia, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB) , l’Istituto per la vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) e la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP).
Il Tavolo si pone l’obiettivo di offrire soluzioni concrete per rimuovere gli ostacoli agli investimenti privati in sostenibilità e si pone come sede di incontro e dialogo aperto con i diversi portatori d’interesse (associazioni di categoria, operatori del mercato e del settore privato).
Per il 2023, il Tavolo ha individuato come priorità le questioni inerenti a:
- individuazione e disponibilità dei dati relativi ai rischi climatici e naturali, attraverso una mappatura e il superamento della frammentazione dei database locali e nazionali, privati e pubblici, già presenti
- reportistica di sostenibilità predisposta dalle Piccole e Medie imprese non quotate (inclusa l’educazione finanziaria alla sostenibilità)
- protezione assicurativa per rischi ambientali e climatici
A livello regionale, Finlombarda partecipa al gruppo di lavoro per la definizione della “Roadmap sull’economia circolare” di Regione Lombardia, che individua le priorità dell’attività di ricerca e innovazione in grado di attivare risorse pubbliche e private per favorire gli investimenti delle imprese nel post Covid-19 e contribuire a ridurre sul territorio gli impatti negativi della crisi, favorendo la transizione verso modi di produzione e ambiti di sviluppo sostenibili.
Per leggere una sintesi del documento contenente la Roadmap per la Ricerca e l’Innovazione sull’Economia Circolare di Regione Lombardia, clicca qui
Data ultimo aggiornamento 18 luglio 2024