FOCUS

23/03/2024

Che cos’è il turnaround

La crisi economica che è seguita all’emergenza pandemica e ai conflitti in corso ha determinato uno shock profondo sul tessuto imprenditoriale. A risentirne, oltre agli indicatori economici, è anche l’indice di fiducia delle imprese, che - se dominato dall’incertezza - può inibire fortemente la ripresa degli investimenti e la scelta di intraprendere processi di ristrutturazione e rilancio. 

In base alle stime contenute nello studio a cura di ABI e Cerved (settembre 2023), nel 2023 aumenta il tasso di deterioramento dei crediti alle imprese, che tocca il 3,1 percento dal 2,2 percento del 2022 e supera per la prima volta i valori pre-Covid che si attestavano nel 2019 al 2,9 percento.  Nel 2024 si prevede poi un ulteriore aumento al 3,8 percento, il valore più alto dal 2016, mentre nel 2025 la tendenza si invertirà attestandosi al 3,1 percento, percentuale più alta dal 2019 ma lontana dai massimi fatti registrare nel 2012 (7,5 percento).

In tale contesto, è importante affrontare il tema del turnaround sotto il profilo aziendale e finanziario, termine anglosassone che indica i processi di risanamento e di rilancio delle imprese.

Che cos’è il turnaround aziendale?

Con turnaround aziendale si intende il processo di ristrutturazione messo in atto da parte un’impresa che ha attraversato una crisi (per cause interne o esterne). Un’azienda in crisi è un’azienda con problemi di liquidità che le impediscono di disporre di risorse finanziare sufficienti a soddisfare gli obblighi di pagamento contratti.

Le crisi aziendali possono essere irreversibili (in questo caso l’azienda è insolvente e potrebbe essere liquidata) oppure momentanee.

Con l’obiettivo di costituire uno strumento di sostegno mirato e puntuale per scongiurare il rischio che le imprese raggiungano stati di insolvenza tali da portare a uno stato di crisi irreversibile, è stato introdotto l’istituto della composizione negoziata (Dlgs n. 14/2019).

La composizione negoziata consente all’imprenditore di richiedere la nomina di un esperto, una figura professionale indipendente che lo coadiuvi nel dialogo con i creditori e nella negoziazione di accordi volti a pianificare la ripresa, anche mediante il trasferimento dell’azienda (o di rami di essa).

La composizione negoziata della crisi può concludersi con successo mediante una soluzione stragiudiziale, idonea a consentire il superamento dell’originaria situazione di squilibrio economico, patrimoniale e finanziario dell’impresa, ovvero:

  • un contratto con uno o più creditori idoneo ad assicurare la continuità aziendale per almeno due anni
  • una convenzione di moratoria (art. 62, Dlgs n. 114/2019)
  • un accordo sottoscritto dall’imprenditore, dai creditori e dall’esperto, i cui effetti precludono l’assoggettabilità ad azioni revocatorie a condizione che il piano di risanamento appaia coerente con la regolazione della crisi o dell’insolvenza

Ove la composizione negoziata non abbia esito positivo, il superamento della crisi è tentato con un processo di ristrutturazione dei debiti o con una delle altre procedure negoziali previste dal Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, compreso il concordato preventivo e il piano per la ristrutturazione soggetto ad omologazione. Infine, è possibile decidere per la liquidazione della società.

Che cos’è il turnaround finanziario?

Con turnaround finanziario o finanziamento della ristrutturazione di imprese in perdita ci si riferisce all’insieme di meccanismi di finanziamento necessari a reperire la liquidità necessaria alla copertura dei fabbisogni finanziari delle aziende che hanno avviato un processo di ristrutturazione. Possono essere sia strumenti di debito, sia strumenti di ‘equity’.

A seconda della forma giuridica dell’impresa e del suo livello di crisi, della profondità e impatto del processo di ristrutturazione, i meccanismi di finanziamento possono concretizzarsi in diverse forme: dai finanziamenti per far fronte agli investimenti aziendali alla partecipazione diretta o indiretta da parte di investitori istituzionali.

Il mercato del turnaround

Secondo i dati diffusi da AIFI - Associazione italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt, in Italia nel 2023 sono state solo sei le operazioni di turnaround per 30 milioni di euro investiti, a conferma che il segmento del turnaround mantiene un ruolo di nicchia.

Gli attori del turnaround finanziario

Tra gli attori coinvolti nel turnaround finanziario si annoverano gli investitori operativi nel segmento del “corporate turnaround”, per esempio i fondi di private equity specializzati, che intervengono a supporto di operazioni di risanamento, ristrutturazione e rilancio delle imprese in crisi, anche attraverso operazioni di M&A, attività questa che può rivelarsi decisiva per il rilancio industriale del Paese nella fase post-pandemica. Secondo gli esperti, infatti, per le aziende in tensione finanziaria e operativa, ci saranno inevitabilmente esigenze di aggregazione; per tutte le altre, le operazioni di M&A possono rappresentare un’opportunità da cogliere per colmare le carenze di competenze, prodotto, risorse e tecnologie necessarie per competere sui mercati di riferimento

Un altro ambito di intervento all’interno dei processi di turnaround finanziario è quello del credit turnaround dei fondi specializzati nel distressed debt e nella gestione dei crediti deteriorati (NPE – Non performing exposures). Per crediti deteriorati si intendono quei crediti per i quali la riscossione da parte della banca è incerta e si distinguono in: sofferenze (bad loans), inadempienze probabili (unlikely to pay – UTP) ed esposizioni scadute e/o sconfinanti (past due). L’intervento dei distressed fund è importante per riqualificare i crediti deteriorati, riportarli in bonis e creare valore soprattutto per le imprese più piccole che non sono state in grado di reagire con tempestività alla nuova situazione economica.

Con riferimento al momento della crisi in cui subentrano, gli investitori in aziende in crisi si distinguono in:

  • later stage o turnaround investors, che intervengono in operazioni di ristrutturazione di imprese mature, in stato di declino ma prima che la crisi sia a uno stadio avanzato
  • vulture fund o bankruptcy investors, che investono in imprese in stato di dissesto o vicine a situazioni di bancarotta e liquidazione

Le iniziative pubbliche

Accanto all’apporto di capitali privati, si ricordano le iniziative messe in campo dalle amministrazioni pubbliche (centrali e territoriali) e dalle loro istituzioni finanziarie a sostegno delle aziende in difficoltà, tra le quali:

  • Fondo Salvaguardia Imprese, gestito da Invitalia, che persegue l’obiettivo di salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa attraverso l’acquisizione di partecipazioni di minoranza nel capitale di rischio di imprese in difficoltà economico – finanziaria con interventi per singola operazione non superiori a 30 milioni di euro. In aggiunta o in alternativa all’acquisizione della partecipazione, Invitalia può realizzare investimenti in quasi equity
  • Patrimonio Rilancio - Fondo Nazionale strategico, iniziativa gestita da CDP finalizzata al rafforzamento della struttura patrimoniale di SpA con sede legale in Italia e fatturato superiore a 50 milioni di euro attraverso un portafoglio di interventi (aumenti di capitale e prestiti obbligazionari convertibili)
  • Fondo Nazionale Ristrutturazioni Imprese - Investimenti Indiretti, iniziativa gestita da CDP che supporta società in temporaneo squilibrio patrimoniale o finanziario, ma con adeguate prospettive di redditività futura, tramite la sottoscrizione di quote o azioni di OICR come fondi di turnaround

A livello regionale, tra le finanziarie che prevedono iniziative finalizzate al rilancio aziendale:

  • Finpiemonte, società finanziaria di Regione Piemonte, è gestore delle misure: 1. Consulenza sviluppo imprese’ che finanzia il ricorso a professionisti (soggetti attuatori individuati tramite apposito Bando regionale) per valutare la situazione aziendale e proporre azioni di supporto per la prevenzione, la tempestiva rilevazione e il superamento di criticità di natura economica, finanziaria, patrimoniale, operativa, organizzativa e societaria delle PMI, 2. Fondo rilancio e sviluppo, in collaborazione con Finint Investments, che supporta soprattutto le PMI che presentano difficoltà di carattere finanziario, a fronte però di capacità operative e asset aziendali su cui basare un piano di rilancio credibile, 3. Acquisizione di aziende in crisi, di impianti produttivi chiusi o a rischio di chiusura’, che prevede la concessione di contributi a fondo perduto a copertura degli investimenti materiali e immateriali sostenuti dalle imprese per l’acquisizione aziendale e per i connessi interventi aggiuntivi, oltre ai costi derivati dal mantenimento degli occupati e dalla eventuale nuova occupazione generata
  • Friulia, società finanziaria della Regione Friuli Venezia Giulia, interviene, anche in partnership con istituti bancari o fornitori strategici, con investimenti di turnaround (rilancio), stress (risanamento finanziario) e distress (potenziamento manageriale) per il risanamento di realtà industriali con solidi sottostanti
  • LazioInnova, società in house della Regione Lazio, ha affidato a CFI – Cooperazione Finanza Impresa la gestione del Fondo rotativo regionale per il recupero delle aziende in crisi (Fondo WBO), finalizzato a sostenere operazioni per il recupero di aziende in crisi attraverso la concessione di finanziamenti agevolati a tasso zero per l’acquisizione di aziende in crisi o oggetto di delocalizzazione da parte dei dipendenti dell’impresa organizzati in forma cooperativa
  • Finlombarda, istituzione finanziaria della Regione Lombardia, ha sviluppato e gestito l’iniziativa Turnaround financing, pensata per le PMI e Midcap lombarde rientranti in un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato o in un concordato in continuità omologato (ai sensi della Legge Fallimentare), attualmente chiusa, e gestisce, per conto di Regione Lombardia, la misura Re-IMPRESA che sostiene le imprese lombarde che hanno intrapreso, nell’ambito del nuovo CCII, un processo di ristrutturazione e che necessitano di risorse per finanziare la fase di rilancio del business. Per saperne di più sull’iniziativa Re-IMPRESA, clicca qui

Si segnalano anche le misure regionali per la patrimonializzazione e capitalizzazione delle imprese lombarde in gestione presso Finlombarda sono:

  • l’iniziativa Patrimonio Impresa promossa dall’Assessorato regionale allo Sviluppo Economico che finanzia con un contributo a fondo perduto il rafforzamento patrimoniale delle Pmi e dei professionisti della Lombardia (linea 1 e linea 2) per la realizzazione di investimenti in ambiti strategici per il rilancio e la ripresa economica (linea 2). Per la linea 2, le società di capitali possono richiedere anche un finanziamento di medio – lungo periodo di Finlombarda assistito da una garanzia regionale gratuita;
  • il Fondo per la capitalizzazione delle cooperative lombarde (sportello 2024), che prevede finanziamenti agevolati abbinati a contributi a fondo perduto per sostenere la crescita e lo sviluppo delle cooperative lombarde e ne finanzia i programmi di investimento, il consolidamento, alla messa in sicurezza e al rilancio a seguito della pandemia, promuovendone in particolare la capitalizzazione, il mantenimento e lo sviluppo dei livelli occupazionali.

 

Data ultimo aggiornamento 28 marzo 2024

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